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Il 5 ottobre del 2011 moriva Steve Jobs, fondatore della Apple Inc.
Come sono trascorsi a Cupertino questi cinque anni senza il genio di Steve Jobs? Non malissimo ma nemmeno benissimo.
Al timone del colosso di Cupertino oggi c’è Tim Cook e la società al momento gode ancora di buona salute, considerato che è la più grande società del mondo per valore di mercato.
L‘utile netto di Apple lo scorso anno si è attestato a 53 miliardi di dollari. Un utile superiore a quello di Facebook, Amazon e Microsoft messi insieme.
Ma a fronte di questi dati positivi, la Apple sta registrando un rallentamento della sua crescita. Le vendite di iPhone e iPad sono calate, Apple Watch non è riuscito a sfondare e la concorrenza si fa sempre più agguerrita.
Sono in tanti a pensare che non esiste più la Mela morsicata di una volta. Se a questo si aggiungono i vari problemi che ha avuto la società con le tasse in Irlanda (Apple fu accusata di avere approfittato di un regime fiscale troppo favorevole); i problemi che ha avuto con l’Antitrust in Europa (multata per 13 miliardi di euro che si rifiutava di pagare), si capisce bene che la società non gode più della grande stima che aveva ai tempi di Steve Jobs.
Ieri si pensava alla Apple come una fucina di innovazione tecnologica. Oggi si pensa alla Apple come un’azienda arrogante, che vuole guadagnare tanto cullandosi un po’ sugli allori e, per di più, non vuole pagare le tasse.
Insomma dai tempi del Macintosh, il primo PC con il mouse, a quelli dell’iPod e dell’iTunes Store, passando per iPad e iPhone con il rivoluzionario touchscreen, di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta.
Ora Apple prova a tornare ai vecchi fasti con il nuovo iPhone 7. E prova anche un’altra rivoluzione: elimina il jack per le cuffie. Ma basta?
I critici dicono di no. “Siate affamati, siate folli” disse Jobs ai neolaureati dell’Università di Stanford. Tim Cook è abbastanza affamato da essere folle?